La Pasqua prima dell'Esodo

I Verbi del Cuore

Ri-cor-dare


La celebrazione della Pasqua, prima dell'uscita dall'Egitto, fu un momento da RI-CORDARE per sempre per il popolo ebraico.
Il cap.12 dell'Esodo descrive in maniera minuziosa, quando - dove - come celebrare la festa del passaggio (che già avveniva in un contesto di pastori, in occasione della transumanza) dalla schiavitù alla liberazione. “Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne” (Es 12,14).
Il Signore chiede al suo popolo di RI-CORDARE la Pasqua non con la mente (memoria), ma con il cuore (memoriale): ricorda-re qualcosa con la mente fa correre il rischio di dimenticare, ma se l'evento o l'avvenimento è ri-cordato (cioè conservato nel cuore) diviene perenne; si infarcisce, cioè, di eternità.
Ognuno di noi è nella memoria di Dio, non solo nella mente, ma nel cuore (“Anche se una donna si dimenticasse di suo figlio, io non mi dimenticherò mai” Is 49,15), perché ha scritto il nostro nome sul palmo delle sue mani (Is 49,16) e lassù, nei cieli (Lc 10,20).
Fin dall'inizio del racconto biblico ritroviamo le ragioni più profonde di tutto questo: l'amore di Dio per il suo popolo lo porta a stipulare un patto di sangue, un'alleanza che non avrà mai fine.
Jahwé sa che più volte si imbatterà nella fragilità e nella infedeltà del suo popolo; nonostante questo si lega per sempre a lui, lo sceglie lo ama, lo protegge, lo accompagna e lo salva.
Se è vero che l’esperienza del Mistero passa attraverso il rito, allora nella celebrazione eucaristica noi ci nutriamo di quella morte infame e maledetta del Figlio di Dio. E, altresì, se è vero che pane e vino, le primizie del creato, sono trasfigurati per diventare una oblazione santa del Corpo e Sangue del Signore, con essi anche noi siamo trasferiti nel memoriale della sua Pasqua. 
Il memoriale unito alla preghiera di lode e di ringraziamento non si riduce a un solo ricordo psicologico o didattico o edificante nei confronti del popolo, né a un ricordo soggettivo, perché due sono i soggetti del memoriale: Dio da una parte e l’uomo (la chiesa) dall’altra, i quali rendono visibile la loro mutua alleanza. 
Il memoriale eucaristico è, quindi, un RI-CORDO a noi, un ricordo attraverso di noi fatto a Dio, un ricordo del Figlio al Padre in nostro favore; cosicché il memoriale eucaristico è una proclamazione alla chiesa, un’azione di grazie e un’intercessione della chiesa da un lato, e di Cristo dall’altro a favore della chiesa. 
Questa reciprocità sottesa nel memoriale liturgico contribuisce a spiegare il rapporto dinamico tra chiesa ed eucaristia: se sotto-lineiamo il soggetto chiesa, la chiesa fa l’eucaristia, ma se sotto-lineiamo il soggetto Dio, è l’eucaristia che fa la chiesa.

 

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